Il Genocidio Palestinese nella Striscia di Gaza, dibattito a "Joggi Avant Folk" festival

Sabato sera abbiamo abbandonato per un momento la leggerezza delle serate estive per partecipare al secondo appuntamento della 26esima edizione dello “Joggi Avant Folk” a Joggi, appunto, frazione di Santa Caterina Albanese, in occasione della serata dedicata interamente alla Palestina. L'evento è stato caratterizzato da un interessante dibattito che ha messo in luce, ancora una volta, la drammatica situazione della striscia di Gaza a cui è poi seguito il concerto degli “Assalti Frontali”, storico gruppo hip-hop impegnato nel sostegno al popolo Palestinese. Sono 10 mesi che nella Striscia di Gaza viene portato avanti dall'IDF il sistematico massacro della popolazione nel nome di un fantomatico diritto alla difesa contro gli attacchi delle forze di resistenza palestinesi ma che in realtà è un vero e proprio piano di eliminazione dei palestinesi da Gaza, un piano ormai chiaro che non risparmia nessuno , anziani, donne e bambini; sono più di 120.000 i feriti e 40.000 i morti (calco

Referendum contro l'autonomia differenziata. Perché firmare?



L’autonomia differenziata è un provvedimento pericoloso per la tenuta democratica del Paese poiché tende ad aumentare le diseguaglianze per dividere in due l’Italia.
Con questa legge i servizi pubblici verranno smantellati sempre di più, rendendoli inefficienti, spezzettandoli in una miriade di sistemi diversi e le risorse verranno concentrate nelle regioni più ricche promettendo alle regioni più povere il rispetto dei famigerati Livelli Essenziali delle Prestazioni che - come avviene già nel caso dei comuni - non renderanno mai giustizia alle reali esigenze dei territori. 

Non solo l'autonomia differenziata svolgerà un ruolo cruciale nel definanziamento dello stato sociale nel Meridione, ma utilizzando anche la (falsa) narrativa della maggiore efficienza delle amministrazioni regionali nel gestire i servizi, metterà sempre di più gli abitanti del Nord e del Sud Italia in conflitto tra loro.
I primi verranno indotti a pensare che le loro precarie condizioni di vita siano frutto della "pigrizia" dei ceti popolari del meridione e non dell'arroganza dei loro padroni, non accorgendosi che i fondi aggiuntivi sottratti alle regioni più in difficoltà verranno usati per finanziare i servizi privati a scapito di quelli pubblici.
I lavoratori meridionali, invece, verranno portati a reagire a questo con un rancore generalizzato e privo di scopo verso le regioni più ricche. 

In soldoni, questa riforma, permetterà alle regioni non solo di attuare scelte arbitrarie su questioni che dovrebbero essere nazionali come scuola, sanità, lavoro, energia, ambiente … ma consentirà alle regioni più ricche di trattenere gran parte del gettito fiscale per reinvestirlo nel proprio territorio, ponendo di fatto fine alla redistribuzione nazionale delle risorse (perequazione) che garantiva un minimo di equilibrio tra Nord e Sud.

L'autonomia differenziata, dunque, oltre l'aumento della sperequazione tra le regioni, contribuirà a erodere i margini di democrazia del nostro sistema. Margini già ridotti al minimo dalle delega di numerosi poteri, legislativi e finanziari, a istituzioni sovranazionali non elette direttamente e non sfiduciabili da nessuno quali per esempio Commissione Europea e BCE.
L'erosione dei margini di democrazia è perfettamente funzionale alla necessità, da parte delle istituzioni stesse, di favorire gli interessi di privati e imprese, fatta di tagli a servizi pubblici e salari, a seguito delle numerose crisi di sistema che abbiamo avuto negli ultimi anni. 

Affermiamolo con chiarezza: questa riforma è frutto dell'alleanza fra la classe imprenditoriale del Sud (e i suoi partiti di riferimento) e del Nord. A chi giova, ad esempio, che l'acqua pubblica arrivi a singhiozzo o sia contaminata? Ai produttori locali di acqua in bottiglia. A chi giova che non ci siano trasporti pubblici? Alle linee private locali. Che non ci sia sanità pubblica? Alle cliniche private locali. Che le scuole non abbiano mense pubbliche? A chi fa catering privato. Chi ne beneficia è, dunque, la classe padronale. 

L'autonomia differenziata non può essere combattuta con una retorica meridionalista o che si scaglia soltanto contro l'attuale destra al governo: ricordiamo che essa è l’applicazione della riforma costituzionale del centro-sinistra. Bisogna organizzare una risposta comune dei lavoratori e dei ceti popolari di tutto il territorio italiano per lottare per dei diritti e dei servizi pubblici di qualità garantiti in maniera organica e omogenea su tutto il territorio nazionale. 

Il primo passo è quello di partecipare con forza e convinzione a questa raccolta firme per poter giungere all’indizione del referendum che permetterà l’abrogazione di questa infausta legge. 

 

ISTRUIAMOCI, AGITIAMOCI, ORGANIZZIAMOCI!