Calabria 2025. Collettivo Stipaturi: “Nel centrosinistra quanta miseria umana e politica”

   La sanità come azienda? È una contraddizione in termini. Non ci può essere profitto sulla salute! Le elezioni regionali sono piombate tra capo e noce di collo ai calabresi e hanno mandato in fibrillazione tutto il centrosinistra in cui i soliti noti hanno cominciato con i classici giochini per portare acqua al loro mulino millantando, come sempre, una nuova verginità politica. Si utilizza il dramma della sanità in Calabria semplicemente per provare ad entrare in Consiglio Regionale , senza alcuna volontà di mettere in discussione il blocco di potere politico-affaristico-mafioso che governa da decenni e trasversalmente la Regione. Con la solita retorica-fuffa all’americana: chi non vota centrosinistra fa vincere la destra (sic!) , arrivando a candidare in lista i padroni della Sanità Privata e transumanti consiglieri regionali del centrodestra! Quanta miseria umana e politica. Invece di proposte Berlusconiane acchiappavoti, per di più non di competenza regionale, cosa si pr...

Referendum contro l'autonomia differenziata. Perché firmare?



L’autonomia differenziata è un provvedimento pericoloso per la tenuta democratica del Paese poiché tende ad aumentare le diseguaglianze per dividere in due l’Italia.
Con questa legge i servizi pubblici verranno smantellati sempre di più, rendendoli inefficienti, spezzettandoli in una miriade di sistemi diversi e le risorse verranno concentrate nelle regioni più ricche promettendo alle regioni più povere il rispetto dei famigerati Livelli Essenziali delle Prestazioni che - come avviene già nel caso dei comuni - non renderanno mai giustizia alle reali esigenze dei territori. 

Non solo l'autonomia differenziata svolgerà un ruolo cruciale nel definanziamento dello stato sociale nel Meridione, ma utilizzando anche la (falsa) narrativa della maggiore efficienza delle amministrazioni regionali nel gestire i servizi, metterà sempre di più gli abitanti del Nord e del Sud Italia in conflitto tra loro.
I primi verranno indotti a pensare che le loro precarie condizioni di vita siano frutto della "pigrizia" dei ceti popolari del meridione e non dell'arroganza dei loro padroni, non accorgendosi che i fondi aggiuntivi sottratti alle regioni più in difficoltà verranno usati per finanziare i servizi privati a scapito di quelli pubblici.
I lavoratori meridionali, invece, verranno portati a reagire a questo con un rancore generalizzato e privo di scopo verso le regioni più ricche. 

In soldoni, questa riforma, permetterà alle regioni non solo di attuare scelte arbitrarie su questioni che dovrebbero essere nazionali come scuola, sanità, lavoro, energia, ambiente … ma consentirà alle regioni più ricche di trattenere gran parte del gettito fiscale per reinvestirlo nel proprio territorio, ponendo di fatto fine alla redistribuzione nazionale delle risorse (perequazione) che garantiva un minimo di equilibrio tra Nord e Sud.

L'autonomia differenziata, dunque, oltre l'aumento della sperequazione tra le regioni, contribuirà a erodere i margini di democrazia del nostro sistema. Margini già ridotti al minimo dalle delega di numerosi poteri, legislativi e finanziari, a istituzioni sovranazionali non elette direttamente e non sfiduciabili da nessuno quali per esempio Commissione Europea e BCE.
L'erosione dei margini di democrazia è perfettamente funzionale alla necessità, da parte delle istituzioni stesse, di favorire gli interessi di privati e imprese, fatta di tagli a servizi pubblici e salari, a seguito delle numerose crisi di sistema che abbiamo avuto negli ultimi anni. 

Affermiamolo con chiarezza: questa riforma è frutto dell'alleanza fra la classe imprenditoriale del Sud (e i suoi partiti di riferimento) e del Nord. A chi giova, ad esempio, che l'acqua pubblica arrivi a singhiozzo o sia contaminata? Ai produttori locali di acqua in bottiglia. A chi giova che non ci siano trasporti pubblici? Alle linee private locali. Che non ci sia sanità pubblica? Alle cliniche private locali. Che le scuole non abbiano mense pubbliche? A chi fa catering privato. Chi ne beneficia è, dunque, la classe padronale. 

L'autonomia differenziata non può essere combattuta con una retorica meridionalista o che si scaglia soltanto contro l'attuale destra al governo: ricordiamo che essa è l’applicazione della riforma costituzionale del centro-sinistra. Bisogna organizzare una risposta comune dei lavoratori e dei ceti popolari di tutto il territorio italiano per lottare per dei diritti e dei servizi pubblici di qualità garantiti in maniera organica e omogenea su tutto il territorio nazionale. 

Il primo passo è quello di partecipare con forza e convinzione a questa raccolta firme per poter giungere all’indizione del referendum che permetterà l’abrogazione di questa infausta legge. 

 

ISTRUIAMOCI, AGITIAMOCI, ORGANIZZIAMOCI!