Lungro, crisi idrica. L'acqua è un bene comune, occupiamocene.

  Nonostante le problematiche riguardanti l'approvvigionamento idrico siano diventate nel tempo parte integrante della quotidianità dei cittadini lungresi, oggi la situazione ha preso l'aspetto di una vera e propria emergenza : l'erogazione dell'acqua viaggia a singhiozzi venendo sospesa sempre più spesso a orari variabili (alle 13, alle 14, alle 10 del mattino, nel tardo pomeriggio, in quest'ultimo periodo abbiamo potuto sperimentare gli orari più disparati). Proprio in virtù di queste difficoltà, un'ordinanza sindacale del 18 settembre invitava (giustamente) la cittadinanza a porre in atto tutte le azioni necessarie a garantire il risparmio idrico per rimediare alla carenza d’acqua delle sorgenti che alimentano l'acquedotto lungrese. Da quest'estate ad oggi, nonostante le piogge delle ultime settimane, sembra che la situazione non sia cambiata. Visto che questo disservizio continua a incidere in modo significativo sulla vita quotidiana di noi cittadini...

9 maggio 1978 ricordiamo l'assassinio del compagno Peppino Impastato.


Il 9 maggio 1978 veniva barbaramente ucciso Peppino Impastato, attivista politico, giornalista, comunista.

Le circostanze del suo assassinio restano impresse nella memoria collettiva come un atto di violenza brutale perpetrato dalla mafia contro un uomo che aveva scelto di porsi dalla parte degli ultimi.
Il suo barbaro omicidio su mandato dei boss mafiosi che non tolleravano più di essere sbeffeggiati e umiliati dal coraggio di Peppino non riuscì a soffocare la sua voce ribelle, la sua lotta per una società più giusta e solidale.

Impastato comprese che la mafia non era (e non è tuttora) un fenomeno isolato, ma una manifestazione diretta del sistema economico in cui operava. La mafia, in alleanza con le classi dominanti e la borghesia locale, sfruttava la classe lavoratrice, controllava l'economia e influenzava la politica per garantire il proprio potere e il proprio profitto.

Peppino si impegnò nella lotta per l'uguaglianza sociale e l'emancipazione dei lavoratori.
La sua voce denunciava apertamente le strutture di potere della mafia e il loro ruolo nel perpetrare lo sfruttamento e l'ingiustizia sociale.


La sua morte non fu vana, il suo agire vive ancora nei cuori di coloro che continuano a combattere per un mondo senza sfruttamento, senza oppressione e senza mafia, un mondo in cui il potere e la ricchezza siano condivisi equamente tra tutti.