Repressione, violenza, interessi padronali: è questo il futuro che vogliamo per la nostra Calabria?

  Abbiamo assistito increduli (ma non sorpresi) al video che immortala la violenta aggressione, avvenuta a Cosenza, portata avanti dalle forze dell'ordine nei confronti di Gabriele Carchidi, direttore della testata giornalistica Iacchitè. Ci siamo detti "Increduli ma non sorpresi" perché ormai l'aumento dell'uso intimidatorio delle forze dell'ordine, nei confronti di chi si permette di intralciale gli interessi padronali o anche semplicemente di denunciare le ingiustizie sociali di cui tanti, troppi sono vittime ogni giorno, sta diventando una pericolosa routine. In questi anni - anche prima del governo Meloni - abbiamo visto studenti manganellati senza motivi, lavoratori in sciopero aggrediti da squadristi senza alcun intervento delle forze di polizia, decine e decine di denunce senza fondamento contro manifestanti in tutta Italia. In questo quadro di attacco frontale e totale nei confronti delle forze sociali organizzate anche il contesto cosentino non è da ...

25 aprile 2024: I popoli in rivolta scrivono la storia, resistenza fino alla vittoria!

 

25APRILE, COLLETTIVO STIPATURI - LUNGRO

Il 25 aprile di 79 anni fa l'Italia, a seguito dell'insurrezione generale proclamata dal CLN, veniva liberata dal regime di occupazione nazi-fascista grazie anche al fondamentale apporto dei gruppi partigiani.


Come ogni anno, in occasione delle numerose manifestazioni che si organizzano per commemorare questa ricorrenza, si rinfocolano le polemiche tese a svilire il ruolo dei partigiani nella guerra di Liberazione e il suo significato politico: chi scelse di imbracciare i fucili in quegli anni (oltre a voler liberare l'Italia dal nazi-fascismo) lo fece sotto l'impulso di costruire una società diversa, in cui a prevalere fossero i sentimenti di uguaglianza, solidarietà e pace tra i popoli.

È chiaro che se questi sono gli assunti di partenza delle nostre considerazioni per cui riteniamo necessario mobilitarsi ancora oggi - a quasi ottant'anni da quella vicenda storica che ha così fortemente segnato la storia del nostro paese - per rendere manifesto quello stesso spirito, risultano sterili ai nostri occhi i pelosi inviti a ipocrite professioni di antifascismo, alla ricerca di condivisioni di valori che per loro natura sono fortemente divisivi; la destra lo sa bene, vive con profondo imbarazzo e disprezzo una festa che non sente sua per ragioni storiche e ideologiche intrinseche, rispedendo al mittente ogni invito a dichiararsi antifascista.
Non ci stupisce quindi che la presidente Meloni non si sia dichiarata tale, dal momento che il suo governo si è distinto per politiche guerrafondaie e antipopolari, vivendo con fastidio ogni espressione di ripresa di conflittualità, ogni minima manifestazione di dissenso e mettendo in atto in modo spesso violento politiche e azioni che mirano a limitare la libertà di manifestare il dissenso.

Questo 25 aprile arriva in un contesto storico e politico tragicamente complesso, l'orizzonte di guerra totale mai come in questo 2024 sembra essere a portata di mano, in Medio-Oriente continua il genocidio palestinese per mano dei sionisti israeliani sostenuti dall'occidente e da un'informazione pavida che fa da megafono a questa narrazione di regime, mentre a est, nelle immense pianure ucraine, russi e ucraini si combattono senza tregua, a difesa dei due rispettivi blocchi economici.

I partigiani si sono sacrificati per un futuro diverso da quello che viviamo oggi! Hanno combattuto per una società fatta di giustizia, pace e fratellanza tra i popoli ed è compito di noi tutti, oggi, rialzare la loro bandiera e lottare affinché quel sogno possa trasformarsi in realtà, affinché venga rispettata davvero la memoria di chi è morto per quei valori.


Per far rivivere il loro spirito è il momento di fare una scelta, di scegliere da quale parte della barricata posizionarsi, per un futuro di pace e prosperità.

Viva il 25 aprile!!!