Repressione, violenza, interessi padronali: è questo il futuro che vogliamo per la nostra Calabria?

  Abbiamo assistito increduli (ma non sorpresi) al video che immortala la violenta aggressione, avvenuta a Cosenza, portata avanti dalle forze dell'ordine nei confronti di Gabriele Carchidi, direttore della testata giornalistica Iacchitè. Ci siamo detti "Increduli ma non sorpresi" perché ormai l'aumento dell'uso intimidatorio delle forze dell'ordine, nei confronti di chi si permette di intralciale gli interessi padronali o anche semplicemente di denunciare le ingiustizie sociali di cui tanti, troppi sono vittime ogni giorno, sta diventando una pericolosa routine. In questi anni - anche prima del governo Meloni - abbiamo visto studenti manganellati senza motivi, lavoratori in sciopero aggrediti da squadristi senza alcun intervento delle forze di polizia, decine e decine di denunce senza fondamento contro manifestanti in tutta Italia. In questo quadro di attacco frontale e totale nei confronti delle forze sociali organizzate anche il contesto cosentino non è da ...

Libertà per Khaled El Qaisi, studente italo-palestinese arrestato in Israele.

Venerdì 15 settembre abbiamo partecipato assieme a moltissimi cittadini e numerose organizzazioni politiche e sindacali, presso l'università La Sapienza di Roma, all'assemblea di solidarietà per Khaled El Qaisi, studente italo-palestinese arrestato immotivatamente il 31 agosto al confine israeliano mentre rientrava da un viaggio in Palestina con la sua famiglia e attualmente detenuto nel carcere di Ashkelon.

L'assemblea, indetta su proposta della moglie e dell'avvocato, aveva il duplice scopo di informare su quanto sta accadendo e di creare un comitato per l'immediato avvio di una campagna per la liberazione di Khaled.


Durante l'assemblea la moglie Francesca in palese apprensione per la sorte del marito ha spiegato molto bene l'accaduto: Khaled è stato fermato sul confine israeliano ed è stato arrestato, senza che venisse formulata alcuna accusa, davanti alla moglie e al figlio di 4 anni i quali, privati di bagaglio e mezzi di comunicazione, sono riusciti a rientrare in Giordania solo grazie alla solidarietà locale.
Da quel 31 Agosto la famiglia e il loro legale Albertini Rossi non hanno avuto più alcuna notizia fino al 14 settembre, giorno in cui, durante un'udienza che ha prolungato di altri 7 giorni la detenzione, il console italiano ha potuto finalmente verificare lo stato di Khaled e rassicurarlo sul fatto che la moglie e il figlio stessero bene.

L'avvocato ha inoltre informato l'assemblea che Khaled viene sottoposto ad interrogatori continui anche molto duri, che non è stata ancora formulata alcuna accusa, che non esiste un fascicolo consultabile e che non gli è garantita la consulenza di un avvocato.

Khaled è solo.


La sua detenzione da parte di Israele vìola evidentemente tutti i principi di garanzia dei diritti civili e politici, di equità del processo e di non arbitrarietà dell'arresto riconosciuti dal diritto italiano ed europeo.
Il silenzio assoluto da parte delle istituzioni italiane, Ministero degli Esteri in primis - che non ha in alcun modo contattato la famiglia di Khaled -, la mancanza di diffusione dell'accaduto su giornali e televisioni - sono pochi infatti i quotidiani che hanno riportato la notizia -, lo scarno comunicato dell'università La Sapienza - in riferimento all'assemblea - che neanche nomina lo stato di Israele, sono segnali preoccupanti ma che delineano una strategia comune fatta di interessi economici e di politica internazionale.


Khaled è un cittadino italiano, deve essere liberato, non può uno stato sovrano agire in barba al diritto internazionale, non può uno stato decidere arbitrariamente della libertà di singoli individui senza alcuna motivazione.
Noi del Collettivo Stipaturi aderiamo con convinzione al comitato per la liberazione di Khaled la cui unica colpa è di essere cittadino palestinese. Ci auguriamo che l'assemblea e la spinta di tutte le organizzazioni possano far balzare agli onori della cronaca del dibattito pubblico questa vicenda, inchiodando le istituzioni alle loro responsabilità al fine di liberare Khaled quanto prima.

Khaled Libero!

Per info potete scrivere a: comitatofreekhaled@gmail.com