Repressione, violenza, interessi padronali: è questo il futuro che vogliamo per la nostra Calabria?

  Abbiamo assistito increduli (ma non sorpresi) al video che immortala la violenta aggressione, avvenuta a Cosenza, portata avanti dalle forze dell'ordine nei confronti di Gabriele Carchidi, direttore della testata giornalistica Iacchitè. Ci siamo detti "Increduli ma non sorpresi" perché ormai l'aumento dell'uso intimidatorio delle forze dell'ordine, nei confronti di chi si permette di intralciale gli interessi padronali o anche semplicemente di denunciare le ingiustizie sociali di cui tanti, troppi sono vittime ogni giorno, sta diventando una pericolosa routine. In questi anni - anche prima del governo Meloni - abbiamo visto studenti manganellati senza motivi, lavoratori in sciopero aggrediti da squadristi senza alcun intervento delle forze di polizia, decine e decine di denunce senza fondamento contro manifestanti in tutta Italia. In questo quadro di attacco frontale e totale nei confronti delle forze sociali organizzate anche il contesto cosentino non è da ...

Miss Italia? No Grazie!

 
In un'epoca in cui si sta cercando in tutti campi di sopprimere la visione stereotipata della donna come mero oggetto sessuale, Lungro va controcorrente e si schiera in totale accordo con le logiche del patriarcato.

Miss Italia rappresenta l'apoteosi della mercificazione del corpo femminile in una delle sue forme più bieche in cui un gruppetto di maschietti arrapati e donne ciniche scrutano con occhio critico i corpi esposti sulla passerella per decretare la più "bona" della serata.
Ragazze in fila come anziani allo sportello della posta, ognuna con il proprio numerino identificativo in bella vista, che non aspettano altro che essere giudicate per il loro sorriso, il loro stacco di coscia, il lato a e il lato b: abbiamo veramente bisogno di assistere a questo spettacolo ignobile? Ci saremmo aspettati disapprovazione e indignazione in particolare da coloro che si spendono in lungo e in largo (soprattutto) sui vari social per portare avanti battaglie femministe e sulle questioni di genere ma, all'atto pratico, vediamo un mondo al contrario, nel quale addirittura questo tipo di eventi viene pubblicizzato come cosa buona e giusta per dare visibilità al paese.

Non veniteci a raccontare che Miss Italia rappresenta la storia dello spettacolo del nostro Paese (questa volta in maiuscolo) o che si tratta di uno spettacolo itinerante che è stato ben accolto negli altri centri in cui è stato proposto, sono argomentazioni futili che mal si collocano all'interno della discussione sulla questione di genere che, non senza fatica, si cerca di portare avanti quotidianamente e che, forse, giungerebbe a risultati concreti se la si inquadrasse all'interno di una più ampia lotta di classe e se non la si lasciasse in mano a questa o quella corrente politica che la sfrutta per un proprio tornaconto.