L'attualità della lettera di Nicola Sacco a suo figlio: uguaglianza e internazionalismo.

 

Novantasei anni fa i due anarchici N. Sacco e B. Vanzetti furono assassinati della "giustizia" statunitense perché ritenuti colpevoli di un attentato. Furono condannati perché italiani e anarchici, anche per intimidire  coloro i quali restavano liberi a combattere per un modo più giusto e libero; il messaggio era chiaro: non ci sarebbe stata tolleranza, il destino dei lavoratori sarebbe stato segnato da miserie, disuguaglianza e sfruttamento. O almeno questo era quello che la borghesia USA sperava accadesse.

È proprio all'interno di questo contesto, attualissimo anche oggi, che dobbiamo comprendere e fare nostre le parole che Nicola Sacco scrisse in una accorata lettera di addio al figlio Dante poco prima di essere ucciso, parole ricolme di quel senso di appartenenza al mondo, una consapevolezza del proprio ruolo nella società, l'idea che la fratellanza tra i popoli, la giustizia proletaria e internazionalismo siano gli elementi chiavi per la futura umanità:

<<Mio carissimo figlio e compagno,[...]
Non dimenticarti giammai, Dante, ogni qualvolta nella vita sarai felice, di non essere egoista: dividi sempre le tue gioie con quelli più infelici, più poveri e più deboli di te e non essere mai sordo verso coloro che
domandano soccorso.[...]
Aiuta i perseguitati e le vittime perché essi saranno i tuoi migliori amici, essi sono i compagni che lottano e cadono, come tuo padre e Bartolomeo lottarono e oggi cadono per aver reclamati felicità e libertà per tutte le povere cenciose folle del lavoro. In questa lotta per la vita tu troverai gioia e soddisfazione e sarai amato dai tuoi simili.[...]
Sì, Dante mio, essi potranno ben crocifiggere i nostri corpi come già fanno da sette anni: ma essi non potranno mai distruggere le nostre Idee che rimarranno ancora più belle per le future generazioni a venire.>>

Sacco e Vanzetti lottano e vivono insieme a noi! 🚩
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