Lungro, crisi idrica. L'acqua è un bene comune, occupiamocene.

  Nonostante le problematiche riguardanti l'approvvigionamento idrico siano diventate nel tempo parte integrante della quotidianità dei cittadini lungresi, oggi la situazione ha preso l'aspetto di una vera e propria emergenza : l'erogazione dell'acqua viaggia a singhiozzi venendo sospesa sempre più spesso a orari variabili (alle 13, alle 14, alle 10 del mattino, nel tardo pomeriggio, in quest'ultimo periodo abbiamo potuto sperimentare gli orari più disparati). Proprio in virtù di queste difficoltà, un'ordinanza sindacale del 18 settembre invitava (giustamente) la cittadinanza a porre in atto tutte le azioni necessarie a garantire il risparmio idrico per rimediare alla carenza d’acqua delle sorgenti che alimentano l'acquedotto lungrese. Da quest'estate ad oggi, nonostante le piogge delle ultime settimane, sembra che la situazione non sia cambiata. Visto che questo disservizio continua a incidere in modo significativo sulla vita quotidiana di noi cittadini...

Peppino Impastato, tocca a noi tutti, oggi, continuare a far vivere il suo coraggio e le sue idee di uguaglianza e giustizia

 


Un folle articolo de “Il Corriere della Sera” raccontava così la tragica morte di Peppino Impastato:
"La notte tra lunedì e martedì, terminata la trasmissione, con una poderosa carica di esplosivo in borsa, Giovanni Impastato si è recato sulla linea ferroviaria. Era sua intenzione divellere i binari e, nel mettere a punto l'ordigno, è saltato in aria come Feltrinelli?
L'ipotesi del suicidio si fonda invece sul rinvenimento in casa del giovane di un biglietto che secondo il fratello sarebbe sicuramente di suo pugno...".
 
Questo è un esempio delle congetture dell'epoca. È stato fin troppo facile tacciarlo di terrorismo e sollevare il dubbio che stesse preparando un attentato contro lo Stato piuttosto che guardare in faccia la realtà.
Peppino Impastato era un giornalista e un conduttore radiofonico sulle frequenze di Radio Aut, la radio libera di Terrasini, dalle quali denunciava i loschi affari della mafia in un periodo in cui le radio libere andavano diffondendosi. Ma Peppino Impastato era soprattutto un “rivoluzionario e militante comunista”, come riporta l'epitaffio sulla sua lapide e come testimonia il suo supporto alle battaglie dei disoccupati e dei contadini quando quest'ultimi lottavano per non vedersi espropriati dei propri terreni che erano stati destinati a diventare la sede di una pista dell'aeroporto di Palermo, nel comune di Cinisi, dove Peppino era nato.
 
La notizia della sua morte passò quasi inosservata nel giorno in cui fu ritrovato il corpo di Aldo Moro e ne è prova il fatto che tante persone che nel 1978 erano già grandi abbastanza da poter avere dei ricordi, sanno dire con precisione cosa stessero facendo quando si è diffusa la notizia del ritrovamento del corpo di Moro in via Caetani a Roma ma non serbano lo stesso legame con l'annuncio della morte di Peppino Impastato.
 
Tocca a noi tutti, oggi, continuare a far vivere il coraggio e le idee di un uomo che aveva posto di traverso agli interessi mafiosi e della democrazia borghese, spesso con essi collusa, i propri ideali e la propria visione di una società diversa, basata sull'uguaglianza e la giustizia sociale.