Repressione, violenza, interessi padronali: è questo il futuro che vogliamo per la nostra Calabria?

  Abbiamo assistito increduli (ma non sorpresi) al video che immortala la violenta aggressione, avvenuta a Cosenza, portata avanti dalle forze dell'ordine nei confronti di Gabriele Carchidi, direttore della testata giornalistica Iacchitè. Ci siamo detti "Increduli ma non sorpresi" perché ormai l'aumento dell'uso intimidatorio delle forze dell'ordine, nei confronti di chi si permette di intralciale gli interessi padronali o anche semplicemente di denunciare le ingiustizie sociali di cui tanti, troppi sono vittime ogni giorno, sta diventando una pericolosa routine. In questi anni - anche prima del governo Meloni - abbiamo visto studenti manganellati senza motivi, lavoratori in sciopero aggrediti da squadristi senza alcun intervento delle forze di polizia, decine e decine di denunce senza fondamento contro manifestanti in tutta Italia. In questo quadro di attacco frontale e totale nei confronti delle forze sociali organizzate anche il contesto cosentino non è da ...

Un primo maggio di Lotta per la riconquista del Futuro che ci spetta!

 


🔴 Il 25 aprile, festa della Liberazione, è appena trascorso con il suo solito stucchevole corollario di lamentose polemiche che si accompagna, come ogni anno, ai cortei antifascisti che sfilano per le strade delle principali città italiane. Ancora una volta sono state la presidenza dell'ANPI e i settori più radicali del corteo ad aver subito gli attacchi più ignobili da parte della maggioranza della stampa mainstream del paese per la loro estrema coerenza nella difesa delle ragioni della resistenza e della pace, per aver richiesto esplicitamente il cessate il fuoco immediato tra Russia e Ucraina, per aver contestato il settore del corteo del PD principale responsabile delle politiche di invio delle armi messe in pratica dal governo Draghi e, soprattutto, per non aver ceduto alla tentazione antistorica di paragonare la resistenza italiana a quella messa in pratica dall'attuale esercito ucraino a cui è demandata la difesa degli sfuggevoli e cangianti valori occidentali e dei collegati interessi economici.
⚠ Questi strumentali attacchi intervengono in un contesto che mira a sminuire il carattere rivoluzionario della resistenza, riducendolo ad un quadro più rassicurante per i liberali nostrani: ad oggi, lo sforzo di tutte le forze antifasciste viene inserito, da una spregevole operazione di revisionismo storico (di cui l'attuale dirigenza del PD è l'attore principale), in una guerra, non meglio precisata, contro i totalitarismi tout court, senza contestualizzazione e distinzione di sorta. Nemici non erano solo i nazifascisti ma anche (se non soprattutto) i “cattivi” comunisti russo-sovietici, nonostante il loro determinante contributo alla sconfitta del piano coloniale del Terzo Reich di Hitler. Nascono da qui le spregevoli iniziative di trasformazione del significato di questa data, da festa della Liberazione a festa della libertà; libertà non garantita da quei regimi illiberali la cui lotta per la sconfitta del nazifascismo è stata strumentalmente sminuita se non addirittura negata, dove il punto più basso, di questa operazione revisionista, è stato forse rappresentato dall'indegna gazzarra dei patrioti europei del 2017, del PD renziano, in cui si esaltava tra gli altri la stilista Coco Chanel, nota confidente del regime nazista. In questo contesto, come se non bastasse, a spregio di tutta una verità storica incontestabile, il parlamento europeo, dimenticando il senso ultimo anche della lotta delle Resistenza italiana, il 19 settembre 2019 ha approvato la vergognosa risoluzione che equipara nazifascismo a comunismo.

🚩 La festa dei lavoratori del primo maggio che oggi celebriamo è sottoposta ad analoghe sconsideratezze. In molti pretenderebbero di poter cancellare più di un secolo di storia con una semplice operazione di restyling, qualche frase ad effetto o qualche discorso condito con parole quali innovazione e progresso; punterebbero magari a trasformarla in una festa del lavoro o perché no, addirittura, in una festa della produttività, malgrado ovunque si volga lo sguardo si assista a una restrizione dei diritti, a un abbassamento dei salari, ad un attacco nei confronti degli unici spazi di rivendicazione collettiva tramite una legislazione che nulla ha da invidiare ai regimi più liberticidi e - in barba a una situazione sociale che non garantisce più standard dignitosi di vita - si approva un insensato aumento di spesa del settore militare obbedendo ai peggiori rigurgiti imperiali dei diktat atlantisti, anche esportando armi nei differenti scenari di guerra. Vendiamo guerra e importiamo profughi, ai quali attribuiamo ogni colpa, che ci permettono di produrre narrazioni tossiche e razziste, sfruttiamo richiedenti asilo che lavorano gratis a ricompensa di cosa non è chiaro, forse l'accoglienza in lager putridi e fatiscenti.

👉 Per questo vorremmo che il primo maggio fosse un giorno di autentica festa, di tutti i lavoratori, soprattutto degli sfruttati, dei ricattati continuamente tramite una precarietà diventata oramai insostenibile, nella tremenda attesa di non vedersi rinnovato il contratto, di chi è a tempo indeterminato, ma comunque può venire licenziato da un momento all’altro, di chi ogni giorno attende la chiamata del caporale e che si sbatte come un ossesso per sbarcare il lunario anche in nero.

✊🚩 Oggi deve essere soprattutto la festa dei migliaia di infortunati e dei morti sul lavoro (quasi tre al giorno), di qualsiasi genere, razza o religione essi siano. Una strage silenziosa che come una guerra strisciante falcidia vecchie e nuove generazioni; che sia oggi il giorno della presa di coscienza di tutto ciò, che sia oggi il giorno i cui i lavoratori rialzando la testa possano dire con orgoglio: NO al precariato, NO alle morti bianche, NO allo sfruttamento.

Viva il primo maggio, viva i lavoratori!!! 🚩