Contro i CPR in Albania, stop accordi! Comunicato del Collettivo Stipaturi e del Fronte Comunista Calabria

  In questi giorni è in corso la visita ufficiale del Presidente della Repubblica albanese Bajram Begaj presso alcuni paesi arbëreshë della Calabria tra cui Acquaformosa, Lungro e Firmo. Come Collettivo Stipaturi e Fronte Comunista vogliamo cogliere l’occasione di questa visita ufficiale per aggiungere, alle parate in costumi tipici, un'ulteriore nota di colore esprimendo il nostro totale dissenso verso gli inaccettabili accordi stipulati tra l'Italia e l'Albania in merito alla gestione degli immigrati che prevedono la creazione di hotspot e Centri di Permanenza e Rimpatrio (CPR). IN COSA CONSISTONO QUESTI ACCORDI Il 6 novembre 2023 è stato firmato un Protocollo tra la Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni ed Edi Rama, Primo Ministro albanese, allo scopo di costruire due strutture in Albania a spese dell'Italia: un hotspot nel porto di Shengjin per le procedure di sbarco e identificazione dei profughi e l'altra a Gjadër, in cui gli immigrati verran

L'ATTUALITA' DELLA VICENDA DI SACCO & VANZETTI NELLA SOCIETA' DI OGGI

 


23 agosto 1927 - 23 agosto 2021

Un filo rosso lega la triste vicenda dell'assassinio del calzolaio pugliese Nicola Sacco e del pescivendolo piemontese Bartolomeo Vanzetti - condannati dai giudici statunitensi e giustiziati 94 anni fa or sono per un crimine che non avevano commesso - all'attualità che viviamo: il tema delicatissimo e straziante dell’immigrazione (o emigrazione a seconda dei punti di vista) e del conseguente sfruttamento dei lavoratori immigrati, che diventano strumentalmente il pretesto di retoriche campagne populiste di sciacallaggio politico che i poveri migranti sono costretti a subire giocoforza.

“Vorrei dire, dunque, che non soltanto sono innocente di tutte le accuse che mi sono state mosse, non soltanto non ho mai commesso un delitto nella mia vita — degli errori forse, ma non dei delitti — non soltanto ho combattuto tutta la vita per eliminare i delitti, i crimini che la legge ufficiale e la morale ufficiale condannano, ma anche il delitto che la morale ufficiale e la legge ufficiale ammettono e santificano: lo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo. E se c'è una ragione per cui io sono qui imputato, se c'è una ragione per cui potete condannarmi in pochi minuti, ebbene, la ragione è questa e nessun'altra. - Cit. B.Vanzetti“

Al di là della crudeltà del torto subito dai due anarchici italiani (che ci spinge empaticamente a essere dalla loro parte), quello che rende attuale la vicenda è l'evidente parallelismo tra gli attuali flussi migratori provenienti dai paesi del terzo mondo - e le collegate politiche discriminatorie razziali, dei pregiudizi nei confronti degli immigrati e dello sfruttamento lavorativo di quest'ultimi - e quelle di allora dove i protagonisti non erano gli uomini e le donne africani o mediorientali ma i cittadini italiani emigrati in cerca di lavoro e di una vita migliore in un paese che, erroneamente, credevano più libero e democratico di quello da cui provenivano.
Difatti le condizioni di questi due uomini - o in generale di tutti gli italiani che erano emigrati in America a quell'epoca - non erano poi così tanto differenti da quelle della moltitudine di immigrati che si affacciano alle porte dell'occidente "civilizzato": anche noi fummo vittime di pregiudizi, di sfruttamenti e di ingiuste violenze.

Nel recente incontro di sabato 21 agosto, svoltosi nell'ambito del Festival delle migrazioni ad Acquaformosa “Discussione su Razzismo e Indifferenza”, Renato Curcio ha chiarito molto bene queste questioni con una digressione che partiva dall'unità d'Italia in cui spiegava come l'affermazione dei dispositivi giuridici e sociali razzisti aveva fatto sì che le medesime teorie discriminatorie giungessero, sotto traccia, fino a noi per poi riamplificarsi nel momento il cui il sistema capitalista ne avesse avuto bisogno; è così che il capitale afferma la sua egemonia oggi, in maniera quasi imbattibile.

Dall'unità d'Italia al fascismo

Dagli anni sessanta dell'800 e quindi con l'annessione del Regno delle Due Sicilie al Regno d'Italia venne perpetrata a discapito delle regioni del sud una vera e propria occupazione di tipo coloniale che in parte poggiava le sue radici sui concetti lombrosiani di razza. Difatti i cittadini del sud Italia erano considerati dai piemontesi alla stregua delle popolazioni negroidi dell'Africa, dunque inferiori, sporchi, arretrati, poco intelligenti, non degni di rispetto alcuno e che meritavano di restare nella loro arretratezza culturale e sociale – non a caso le industrie presenti vennero chiuse, le ricchezze espropriate e i cittadini posti nelle peggiori condizioni di sfruttamento lavorativo possibili.
Fa sorridere – amaramente -, come decenni dopo mentre andavano affermandosi le teorie della razza superiore ariana e italiana, nel nostro paese si cercasse di affermare la propria distanza dalle popolazioni, ad esempio, slave ed africane mentre negli Stati Uniti quegli stessi italiani di “pura razza italica” continuavamo (per le stesse teorie lombrosianetanto care a casa Savoia) ad essere equiparati agli immigrati di colore, venendo fatti sbarcare e schedati in luoghi diversi dai cittadini bianchi.

Dal primo dopoguerra agli anni '90

I dispositivi giuridici creati, dunque, durante il periodo fascista, nonostante fossero stati in parte aboliti con l'avvento della repubblica, continuarono ad influenzare le coscienze dei cittadini; abbiamo esempi lampanti di come negli anni 50 i libri di testo delle scuole fossero i medesimi utilizzati durante il ventennio continuando, perciò, a fornire agli studenti non solo le stesse nozioni distorte ma anche quella mentalità caratteristica del pensiero razzista. Allo stesso modo cattedre universitarie di teoria della razza non furono abolite ma solo rinominate e gli stessi professori che avevano aderito al manifesto della razza continuarono ad insegnare impunemente.
Questo modo di concepire la società ha attraversato sottotraccia gli anni 60 e 70 della storia del nostro paese trovando nella popolazione un ostacolo alla sua diffusione ma riaffermandosi successivamente quando si crearono le condizioni storiche più favorevoli.
Tra la fine degli anni 80 e l'inizio degli anni 90, la fine del blocco socialista ( da cui è scaturito lo sdoganamento dei più beceri istinti liberisti) e la crisi istituzionale del paese (gli attentati mafiosi e tangentopoli) hanno creato le condizione per l'affermazione di quel rigurgito razzista e xenofobo che è ancora oggi la Lega Nord, i cui dirigenti riproponevano esattamente i medesimi stereotipi primo-novecenteschi nei confronti dei cittadini del sud provocando una nuova lacerazione del tessuto sociale e di classe che non era altro che acqua al mulino degli interessi del capitale che da lì in avanti avrebbero preso il sopravvento consegnando il paese nelle condizioni in cui versa oggi.

Rigurgiti dell'ultimo ventennio 

A riprova di questo altalenarsi di ricomparse di manifestazioni razziste e a vent'anni dal G8 di genova - che segnò l'ennesimo spartiacque sociale ed ideologico per la nostra generazione - ci ritroviamo ad oggi in una situazione in cui aiutare un immigrato è diventato reato invece che un modo per migliorare le condizioni di vita di un altro essere umano (e quindi consenguentemente della società); in cui un partito come Fratelli d'Italia, in diretta continuità con l'MSI di Almirante (fascista, repubblichino, firmatario del manifesto della razza), porta avanti politiche di demonizzazione dello straniero, viviamo in uno stato in cui vige ancora l'arcaico sistema di cittadinanza dello ius sanguinis – sei italiano se sei di sangue italiano – un'aberrazione degna della peggior dittatura nazionalista.
Il populismo e il sovranismo di queste forze politiche razziste e xenofobe figlio della latente presenza di dispositivi atti alla penetrazione tra i diversi strati della società dei concetti di paura verso gli stranieri è ancora una volta funzione degli interessi del capitale che trae beneficio al tempo stesso dalla lacerazione della società e dallo sfruttamento degli ultimi.

Queste le motivazioni, in sostanza, che ci hanno spinto ad aggiungere la nostra voce alla commemorazione dei martiri Sacco e Vanzetti poichè riteniamo che il loro sacrificio possa essere d'esempio per le future generazioni affinchè possano comprendere le violente storture insite nella nostra società che favorisce l'interesse di pochi a discapito delle fasce di popolazione più deboli emarginandole