Gestione acqua: vogliamo risposte

Continua a tenere banco, ormai da un mese, la questione relativa alla sostituzione dei contatori dell'acqua nel nostro comune e l'annessa complessa questione dell'ingresso della Società privata Ser.C srl nel supporto alla gestione dei consumi e della fatturazione (rimandiamo al nostro primo comunicato per una sintesi della situazione); noi del Collettivo Stipaturi, dopo aver acquisito nuovi elementi e in seguito all'affissione dell'avviso circa un ipotetico incontro pubblico indetto dal sindaco per chiarire la situazione alla cittadinanza, abbiamo deciso di porre nuovamente all'attenzione della stessa una serie di dubbi che ci attanagliano rafforzati dalle contraddizioni politiche di una scelta tanto scriteriata.
Partiamo, anzitutto, con quella che potremmo definire una “questione morale”: siamo venuti a conoscenza che i consiglieri di maggioranza (così come quelli di opposizione) non fossero in alcun modo informati sulla scelta effettuata, nella delibera di giunta n.45 del 16/04/19 e pubblicata poi il 07/05/19, dal Sindaco Santoianni e dal Vicesindaco Tufo;
  • Perché nascondere ai propri consiglieri tale decisione?
  • Perché non discutere con la propria maggioranza una scelta cosi importante e così gravosa per le casse del comune e per le tasche dei cittadini?
  • Come mai i neoeletti consiglieri di maggioranza, teoricamente meno avvezzi e contigui ai modi fumosi della politica locale a cui questa amministrazione ci ha abituato da anni, non hanno avuto il coraggio di porre pubblicamente sul tavolo la mancanza di fiducia del sindaco nei loro confronti e le evidenti (crediamo anche per loro) incongruenze di questo piano?
Passiamo adesso a quelle che riteniamo essere le principali criticità del progetto:
  1. Dalla visura camerale emerge che la Ser.C reca come attività prevalente (e unica): “centro elaborazione dati”. Questo le impedisce di fatto l'installazione dei contatori ergo questa attività dovrà essere, a nostro avviso, necessariamente subappaltata ad una ditta terza;
  2. La Ser.C ha richiesto i codici di accesso ad un Conto Corrente Bancario del Comune di Lungro;
  3. Contrariamente a quanto affermato dal Sindaco nell'Avviso del 07/08/2019 l'ente riscossore resterà il comune di Lungro con però l'aggravio di 5,50 € sulla bolletta bimestrale (quindi 33 € l'anno) per i cittadini a fronte di spese di imbustamento, fatturazione e spedizione sostenute da Ser.C;
  4. Come già noto ci sarà una spesa ulteriore per i cittadini di 115,90 € a contatore per l'installazione dei nuovi modelli;
  5. La Ser.C grazie all'utilizzo del software gestionale venduto al comune di Lungro avrà la possibilità di accedere a dati sensibili dei contribuenti, ledendo di fatto la privacy dei cittadini.
Questi cinque punti hanno innescato in noi tutti un crescendo di dubbi che hanno generato ulteriori domande che qui poniamo:
  • Perché prima di effettuare una scelta così importante non si è discusso in consiglio comunale?
  • Perché un comune piccolo come Lungro (1010 utenze) sceglie di affidarsi ad un così invadente supporto di una ditta privata?
  • Perché viene utilizzata come spiegazione l'alta evasione dei tributi dell'acqua o frasi come “tutti devono pagare, non possiamo pagare per gli altri” quando invece l'evasione nel nostro comune si attesta ad un fisiologico 6% (in altri comuni limitrofi essa arriva anche al 25%) del tutto gestibile dall'ufficio tributi del comune coadiuvato dalle preponderanti forze di polizia municipale?
  • Perché, se richiesto dalle nuove normative, non si è scelto di acquistare i nuovi contatori elettronici tramite gara pubblica e di farli installare dalla squadra tecnica del comune? (Con evidenti risparmi per le casse del comune e della cittadinanza)
  • Perché si è scelto proprio la Ser.C? Quali sono stati i requisiti soddisfatti, come indicato dalla  delibera, da tale azienda?
  • Perché (se mai dovesse essere stato davvero necessario l'intervento privato in un settore che noi riteniamo debba essere totalmente pubblico) non ci si è guardati intorno alla ricerca di un'altra società che potesse offrire i medesimi servizi ad un minor costo?
Queste le nostre domande, tuttavia avento l'amministrazione disatteso le nostre speranze, circa la risposta ai quesiti posti nello scorso comunicato, non nutriamo certo, oggi, speranza che provenga da essa un qualche minimo barlume di coscienza a proposito di una questione storicamente di estrema rilevanza per i cittadini di Lungro.


Chiunque tu sia, ovunque tu sia, l'acqua è un tuo diritto umano. Dersu Urzala se la prende con chi trae profitto sull'acqua

Ricordiamo che il 12 e il 13 giugno 2011 26 milioni di cittadini italiani si riversarono massicciamente alle urne per bloccare, tramite referendum abrogativi, la scellerata riforma dei servizi pubblici dell'allora governo Berlusconi caduto miseramente in disgrazia di lì a breve, esprimendo in quell'occasione il totale dissenso alla
possibilità di fare profitto su un bene pubblico di vitale importanza come l'acqua.
Questo risultato è ancora più da evidenziare, in un periodo storico come questo, connotato da un assoluto disimpegno politico-sociale. In effetti negli anni non è stato raro assistere al mancato raggiungimento del quorum in numerosissimi casi; lo stesso istituto referendario rischiava così di essere pesantemente svilito per la superficialità con cui era stato utilizzato, lontano dallo spirito con cui esso era stato concepito.
Il successo di quel referendum fu ascritto principalmente all'importanza capitale dell'argomento stesso della consultazione, colto in pieno dalla popolazione italiana che vedeva in quella riforma una limitazione di un proprio diritto fondamentale: “chiunque tu sia, ovunque tu sia, l'acqua è un tuo diritto umano” recita il motto della giornata mondiale dell'acqua promossa dall'ONU, e come si fa a non essere d'accordo; ma anche il fenomenale tam-tam mediatico che riuscì a raggiungere persino la periferia più estrema e desolata dello stivale permise il raggiungimento di questo straordinario risultato. Si costituì il cosiddetto "forum italiano dei movimenti dell'acqua" che fece una magistrale campagna informativa sui rischi a cui andavamo incontro dalla privatizzazione del servizio di approvvigionamento idrico contribuendo alla stesura di un manifesto politico e programmatico sull'importanza dei beni comuni che ebbe ricadute anche su vari tentativi di proposte di legge che andavano nella direzione di rendere totalmente pubblico il servizio idrico.
Anche Lungro in quell'occasione non si sottrasse al suo esercizio democratico, 1161 nostri concittadini su 1181 votanti si schierarono convintamente a favore del SÌ.
  
Questo spirito referendario, da tempo sopito, è stato risvegliato in queste ultime settimane dalla nota vicenda e per questo noi riteniamo che la questione non sia solo tecnico/burocratica (senza comunque sminuire questo aspetto), ma soprattutto politica. Una piccola amministrazione come la nostra, nella persona del sindaco, DEVE prendersi le proprie responsabilità e non scaricare eventuali difficoltà o incapacità di amministrazione su ditte private per poi lavarsene le mani (salvaguardando le proprie rendite di posizione) e magari non ricevere più questo o quel reclamo da cittadini giustamente già provati dalle alte gabelle imposte dal Comune.
Infine, in merito all'apposito ``incontro'' paventato dal sindaco entro un lontanissimo 15 settembre (perché mai poi tutto questo tempo?) noi auspichiamo che esso possa avvenire entro pochi giorni e che possa essere un consiglio Comunale aperto e partecipato dai cittadini al fine di garantire l'ufficialità di qualsiasi decisione presa in tale riunione.



Lì 26/08/2019
Collettivo Stipaturi
  
   
P.S.: Il Collettivo Stipaturi è una organizzazione politica indipendente che rivendica (ed ottiene) la propria autonomia politica, ideologica e organizzativa da qualsiasi altra forza politica presente e/o attiva nel territorio di Lungro.