Repressione, violenza, interessi padronali: è questo il futuro che vogliamo per la nostra Calabria?

  Abbiamo assistito increduli (ma non sorpresi) al video che immortala la violenta aggressione, avvenuta a Cosenza, portata avanti dalle forze dell'ordine nei confronti di Gabriele Carchidi, direttore della testata giornalistica Iacchitè. Ci siamo detti "Increduli ma non sorpresi" perché ormai l'aumento dell'uso intimidatorio delle forze dell'ordine, nei confronti di chi si permette di intralciale gli interessi padronali o anche semplicemente di denunciare le ingiustizie sociali di cui tanti, troppi sono vittime ogni giorno, sta diventando una pericolosa routine. In questi anni - anche prima del governo Meloni - abbiamo visto studenti manganellati senza motivi, lavoratori in sciopero aggrediti da squadristi senza alcun intervento delle forze di polizia, decine e decine di denunce senza fondamento contro manifestanti in tutta Italia. In questo quadro di attacco frontale e totale nei confronti delle forze sociali organizzate anche il contesto cosentino non è da ...

La rabbia e altri racconti

Gennaro Schiano e Tiziana Di Monaco selezionano per le Edizioni Spartaco una serie di racconti di Vicente Blasco Ibanez ambientati nella Spagna rurale di inizio XX secolo.
Non è solo un interessante e utile recupero di una letteratura per certi versi a noi vicina come quella spagnola, ma costituisce, soprattutto nell'ottica di un lettore meridionale, un confronto con la parte dell'Italia maggiormente influenzata dalla Spagna.
Nel suo piccolo La rabbia, con i suoi racconti, è una sorta di Gattopardo spagnolo: sebbene non ci sia stato una vera e reale conquista dei territori spagnoli da parte di altri territori spagnoli (almeno all'epoca in cui sono ambientate le storie di Ibanez), è fuori di dubbio che viene rappresentano il cambiamento di una società che dal mondo tradizionalista e rurale sta cercando di entrare nel XX secolo. Emblematico, in questo senso, è proprio il racconto di apertura, centrato sul rapporto tra una madre che, forte dell'influenza morale sul suo paesotto di residenza, di fatto trattiene a se in maniera eccessiva la giovane figlia, alla fine schiava della materna visione bigotta della vita e vittima, quanto il figlio morto, dell'impedire che lo scandalo di una ragazza, madre senza matrimonio, colpisca la famiglia più in vista del circondario.
Le similitudini con molti dei paesi del sud Italia o con molte delle idee un po' ristrette che ancora resistono nella società italiana balzano immediatamente agli occhi del lettore della provincia meridionale che ha anche solo l'idea di volersi affacciare verso la città, che diventa il ricettacolo di mali e vizi, mentre solo il paese, con il suo isolamento, è difesa della virtù.
Il resto dei racconti, tra ironia e drammi, è un'esplorazione di una società al tempo stesso viva e moribonda e di un rapporto genitori-figli spesso più simile a quello regnanti-sudditi di quanto ci piaccia pensare. E d'altra parte è proprio il desiderio di replicare la struttura familiare ad aver dato origine a religione e stato, ma questo, in fondo, è un discorso anarco-libertario che poco si associa a un gruppo di racconti decisamente molto belli e consigliati, anche per stimolare uno sguardo differente sulla stessa società italiana.