Calabria 2025. Collettivo Stipaturi: “Nel centrosinistra quanta miseria umana e politica”

   La sanità come azienda? È una contraddizione in termini. Non ci può essere profitto sulla salute! Le elezioni regionali sono piombate tra capo e noce di collo ai calabresi e hanno mandato in fibrillazione tutto il centrosinistra in cui i soliti noti hanno cominciato con i classici giochini per portare acqua al loro mulino millantando, come sempre, una nuova verginità politica. Si utilizza il dramma della sanità in Calabria semplicemente per provare ad entrare in Consiglio Regionale , senza alcuna volontà di mettere in discussione il blocco di potere politico-affaristico-mafioso che governa da decenni e trasversalmente la Regione. Con la solita retorica-fuffa all’americana: chi non vota centrosinistra fa vincere la destra (sic!) , arrivando a candidare in lista i padroni della Sanità Privata e transumanti consiglieri regionali del centrodestra! Quanta miseria umana e politica. Invece di proposte Berlusconiane acchiappavoti, per di più non di competenza regionale, cosa si pr...

Stefano Rodotà e la costituzione

Ieri è girata questa intervista di Rodotà, in particolare su tumblr una particolare citazione in cui Rodotà parlava di Grillo. Penso, però, visto il momento, che forse può essere molto più utile questa risposta riguardante la Costituzione Italiana:
Quando il governo Berlusconi nel 2006 tentò una riforma costituzionale, 16 milioni di italiani dissero no. Vuol dire che c’è stata una identificazione con la Costituzione fortissima. È un dato di cui non possiamo non tener conto. La nostra Carta rilegge l’uguaglianza, e qui torna il ruolo fondamentale dell’art. 3, un capolavoro istituzionale che si apre con le parole: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale». Fu un’innovazione straordinaria, nata dall’incontro tra la raffinata cultura giuridica di Massimo Severo Giannini e la vera passione politica di Lelio Basso. Non dico che bisogna restare fermi. Ma dobbiamo custodire quei punti di partenza straordinariamente forti. Si può fare una buona manutenzione della Carta, che significa anche rendere effettivi una serie di canali partecipativi, ripensando i referendum e l’iniziativa legislativa popolare. La democrazia rappresentativa si salva solo con un innesto di democrazia partecipativa. Non le vedo in conflitto. I partiti non devono pensare che i movimenti inquinano. Nello stesso tempo i movimenti non possono pensare di non dover fare i conti con la democrazia rappresentativa. Invece sono già in corso cambiamenti surrettizi della Carta, come la revisione dell’art. 81 sul pareggio di bilancio e il tentativo di cancellare l’art. 41 sull’iniziativa economica privata, che secondo la Costituzione è libera ma non può svolgersi in contrasto con sicurezza, libertà, dignità umana. L’ipotesi di una Assemblea costituente mi spaventa, perché una cosa è una revisione, che non tocchi i principi fondamentali, un’altra è rimettere tutto in discussione. Specie in un momento in cui non c’è una cultura adeguata, ma solo una sottocultura liberista, in Italia la più sgangherata del mondo, che farebbe scempio di diritti e libertà. Anzi, lo sta già facendo.
Ricordo che Stefano Rodotà è nato a Cosenza. La sua famiglia è di origini arbëreshë, come conferma egli stesso in una conferenza sulla privacy e le nuove tecnologie (sembra non avere connessioni con San Benedetto Ullano, come indicato in una precedente versione del post).