Lungro, crisi idrica. L'acqua è un bene comune, occupiamocene.

  Nonostante le problematiche riguardanti l'approvvigionamento idrico siano diventate nel tempo parte integrante della quotidianità dei cittadini lungresi, oggi la situazione ha preso l'aspetto di una vera e propria emergenza : l'erogazione dell'acqua viaggia a singhiozzi venendo sospesa sempre più spesso a orari variabili (alle 13, alle 14, alle 10 del mattino, nel tardo pomeriggio, in quest'ultimo periodo abbiamo potuto sperimentare gli orari più disparati). Proprio in virtù di queste difficoltà, un'ordinanza sindacale del 18 settembre invitava (giustamente) la cittadinanza a porre in atto tutte le azioni necessarie a garantire il risparmio idrico per rimediare alla carenza d’acqua delle sorgenti che alimentano l'acquedotto lungrese. Da quest'estate ad oggi, nonostante le piogge delle ultime settimane, sembra che la situazione non sia cambiata. Visto che questo disservizio continua a incidere in modo significativo sulla vita quotidiana di noi cittadini...

Stefano Rodotà e la costituzione

Ieri è girata questa intervista di Rodotà, in particolare su tumblr una particolare citazione in cui Rodotà parlava di Grillo. Penso, però, visto il momento, che forse può essere molto più utile questa risposta riguardante la Costituzione Italiana:
Quando il governo Berlusconi nel 2006 tentò una riforma costituzionale, 16 milioni di italiani dissero no. Vuol dire che c’è stata una identificazione con la Costituzione fortissima. È un dato di cui non possiamo non tener conto. La nostra Carta rilegge l’uguaglianza, e qui torna il ruolo fondamentale dell’art. 3, un capolavoro istituzionale che si apre con le parole: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale». Fu un’innovazione straordinaria, nata dall’incontro tra la raffinata cultura giuridica di Massimo Severo Giannini e la vera passione politica di Lelio Basso. Non dico che bisogna restare fermi. Ma dobbiamo custodire quei punti di partenza straordinariamente forti. Si può fare una buona manutenzione della Carta, che significa anche rendere effettivi una serie di canali partecipativi, ripensando i referendum e l’iniziativa legislativa popolare. La democrazia rappresentativa si salva solo con un innesto di democrazia partecipativa. Non le vedo in conflitto. I partiti non devono pensare che i movimenti inquinano. Nello stesso tempo i movimenti non possono pensare di non dover fare i conti con la democrazia rappresentativa. Invece sono già in corso cambiamenti surrettizi della Carta, come la revisione dell’art. 81 sul pareggio di bilancio e il tentativo di cancellare l’art. 41 sull’iniziativa economica privata, che secondo la Costituzione è libera ma non può svolgersi in contrasto con sicurezza, libertà, dignità umana. L’ipotesi di una Assemblea costituente mi spaventa, perché una cosa è una revisione, che non tocchi i principi fondamentali, un’altra è rimettere tutto in discussione. Specie in un momento in cui non c’è una cultura adeguata, ma solo una sottocultura liberista, in Italia la più sgangherata del mondo, che farebbe scempio di diritti e libertà. Anzi, lo sta già facendo.
Ricordo che Stefano Rodotà è nato a Cosenza. La sua famiglia è di origini arbëreshë, come conferma egli stesso in una conferenza sulla privacy e le nuove tecnologie (sembra non avere connessioni con San Benedetto Ullano, come indicato in una precedente versione del post).