Calabria 2025. Collettivo Stipaturi: “Nel centrosinistra quanta miseria umana e politica”

   La sanità come azienda? È una contraddizione in termini. Non ci può essere profitto sulla salute! Le elezioni regionali sono piombate tra capo e noce di collo ai calabresi e hanno mandato in fibrillazione tutto il centrosinistra in cui i soliti noti hanno cominciato con i classici giochini per portare acqua al loro mulino millantando, come sempre, una nuova verginità politica. Si utilizza il dramma della sanità in Calabria semplicemente per provare ad entrare in Consiglio Regionale , senza alcuna volontà di mettere in discussione il blocco di potere politico-affaristico-mafioso che governa da decenni e trasversalmente la Regione. Con la solita retorica-fuffa all’americana: chi non vota centrosinistra fa vincere la destra (sic!) , arrivando a candidare in lista i padroni della Sanità Privata e transumanti consiglieri regionali del centrodestra! Quanta miseria umana e politica. Invece di proposte Berlusconiane acchiappavoti, per di più non di competenza regionale, cosa si pr...

Il mio sguardo libero

Durante i viaggi pasquali, soprattutto quando ci si sposta in treno, capita di sostare a Roma, alla stazione Termini, la stazione dove passa la maggior parte del traffico ferroviario nazionale. E in questo periodo alla stazione Termini, dal lato sempre affollato delle biglietterie, è ospitata una mostra fotografica fatta, semplicemente, di persone. Per certi versi sono persone qualunque, per certi altri non lo sono. Sono persone qualunque, nel senso che vivono in mezzo a noi, e non hanno poi nulla di così speciale: non sono particolarmente belli, non hanno il sangue blu, non hanno particolari superpoteri. E hanno degli occhi, uno sguardo come tutti. Sta però in quello sguardo il loro essere speciali, nel sogno racchiuso in quegli occhi, un sogno che quegli occhi riescono a vedere: un'Italia libera dalla mafia. E il loro essere speciali sta proprio in questo, ma non solo. Sta anche nel fatto che ci provano, ad avere una Italia senza mafia. Come molti e molti altri. Loro sono la punta dell'iceberg. Osservateli bene (tra loro riconoscerete un po' di gente, come quel Giulio Cavalli che spesso cito su questo blog, o un'altra colonna della letteratura impegnata italiana, Roberto Saviano), perché loro, in fondo, non fanno altro che raccontare. E ogni tanto dovremmo farlo anche noi, perché, come ricorda Saviano, anche raccontare è un atto di ribellione alla mafia molto più forte di quel che si pensa.