Lungro, crisi idrica. L'acqua è un bene comune, occupiamocene.

  Nonostante le problematiche riguardanti l'approvvigionamento idrico siano diventate nel tempo parte integrante della quotidianità dei cittadini lungresi, oggi la situazione ha preso l'aspetto di una vera e propria emergenza : l'erogazione dell'acqua viaggia a singhiozzi venendo sospesa sempre più spesso a orari variabili (alle 13, alle 14, alle 10 del mattino, nel tardo pomeriggio, in quest'ultimo periodo abbiamo potuto sperimentare gli orari più disparati). Proprio in virtù di queste difficoltà, un'ordinanza sindacale del 18 settembre invitava (giustamente) la cittadinanza a porre in atto tutte le azioni necessarie a garantire il risparmio idrico per rimediare alla carenza d’acqua delle sorgenti che alimentano l'acquedotto lungrese. Da quest'estate ad oggi, nonostante le piogge delle ultime settimane, sembra che la situazione non sia cambiata. Visto che questo disservizio continua a incidere in modo significativo sulla vita quotidiana di noi cittadini...

Il mio sguardo libero

Durante i viaggi pasquali, soprattutto quando ci si sposta in treno, capita di sostare a Roma, alla stazione Termini, la stazione dove passa la maggior parte del traffico ferroviario nazionale. E in questo periodo alla stazione Termini, dal lato sempre affollato delle biglietterie, è ospitata una mostra fotografica fatta, semplicemente, di persone. Per certi versi sono persone qualunque, per certi altri non lo sono. Sono persone qualunque, nel senso che vivono in mezzo a noi, e non hanno poi nulla di così speciale: non sono particolarmente belli, non hanno il sangue blu, non hanno particolari superpoteri. E hanno degli occhi, uno sguardo come tutti. Sta però in quello sguardo il loro essere speciali, nel sogno racchiuso in quegli occhi, un sogno che quegli occhi riescono a vedere: un'Italia libera dalla mafia. E il loro essere speciali sta proprio in questo, ma non solo. Sta anche nel fatto che ci provano, ad avere una Italia senza mafia. Come molti e molti altri. Loro sono la punta dell'iceberg. Osservateli bene (tra loro riconoscerete un po' di gente, come quel Giulio Cavalli che spesso cito su questo blog, o un'altra colonna della letteratura impegnata italiana, Roberto Saviano), perché loro, in fondo, non fanno altro che raccontare. E ogni tanto dovremmo farlo anche noi, perché, come ricorda Saviano, anche raccontare è un atto di ribellione alla mafia molto più forte di quel che si pensa.