Francesco Zappalà è un dentista di Milano. Non esercita, non solo perché indagato per associazione mafiosa, ma anche perché non esercitava, in ogni caso, da anni, e nonostante questo aveva un buon tenore di vita. Zappalà, secondo gli inquirenti, aiuta
Pasquale Modaffari, anch'egli dentista, che sembra curi gli affari e i collegamenti tra i clan di
Salvatore Morabito e
Antonino Palamara.
L'aiuto di Zappalà all'organizzazione, che ovviamente opera prevalentemente nel ricco settentrione italiano, diventa più importante dopo l'arresto di
Giovanni Praticò, colui che gestiva l'approvvigionamento della cocaina per conto del
clan: è stato arrestato il
22 dicembre 2004 e nella sua auto è stato ritrovato un borsone contenente 8,5 chili di cocaina, mentre altri 9,5 vengono ritrovati nel suo appartamento.
Modaffari e Zappalà, insieme ad altri stretti collaboratori, si preparano per introdurre in Italia una grossa partita di cocaina, pura all'80% circa: sono 206 chili che permetterebbero al
clan, che già controlla il Mercato Ortofrutticolo di Milano (sono anche riusciti a far costruire un locale, il
For a King, all'interno della struttura), di dominare il mercato della droga milanese. Grazie ad un lungo e paziente lavoro di intercettazioni e arresti, alla fine il processo in primo grado si è concluso nel 2008: Morabito e Palamara, i
boss, hanno avuto pene di 14 anni e 8 mesi e 14 anni e 4 mesi rispettivamente; Modaffari è stato condannato a 14 anni e Zappalà a 10 anni e 10 mesi.
Per concludere questa piccola sintesi sul
clan Africo, vi propongo il testo di queste due intercettazioni (in entrambi i casi a parlare è Zappalà):
Comunque Colucci ha vinto e ora abbiamo un amico in regione
Giuseppe Colucci era all'epoca nella lista di Forza Italia.
Le finanze te le faccio avere da Loiero, che è andato adesso in Calabria e che è amico nostro
D'altra parte:
Spiega un inquirente che, Zappalà, potrebbe aver fatto i nomi dei due politici per accreditarsi e vantare conoscenze.
(dal Corriere)
Al di là della veridicità delle affermazioni di Zappalà al telefono, le intercettazioni dimostrano l'idea delle
'ndrine e delle associazioni mafiose di appoggiarsi non a politici di un unico
colore (nonostante in passato sia stata più volte dimostrata la vicinanza tra le cosche e gli ambienti della destra eversiva), ma a entrambi gli schieramenti principali, o comunque ai partiti meglio inseriti in un dato territorio.
(informazioni tratte dal libro-inchiesta
A Milano comanda la 'ndrangheta di
Davide Carlucci e
Giuseppe Caruso)