'Ndrangheta (2)

Continua dalla prima parte
Uno degli aspetti più belli e interessanti della prima e della seconda parte del libro prese nel complesso è come Ciconte distrugge l'immaginario di ribelle costruito intorno agli 'ndranghetisti, immaginario che si alimenta anche dei racconti popolari sui briganti(1): le prime speculazioni, gli omicidi degli avversari, lo stretto legame familiare delle 'ndrine(2), la costruzione di un legame se possibile ancora più stretto con il potere politico.
Vorrei, però, prima di proseguire, tornare un attimo sui riti, in particolare sull'ingresso di un nuovo giovane nella 'ndrina, trascrivendovi dal libro di Ciconte questo passaggio:
Da dove viene Giovanotto?
Io vengo dall'Oriente da dove nascono tutti i venti e sottoventi e sono venuto a portare le novità a questo corpo di società.
Dove siete nato?
Io sono nato dentro a una chiesa matrice dove mia madre, dopo avermi abbracciato in carne, pelle ed ossa, mi ha gettato dentro il fuoco ardente e mi ha dato coltello e rasoio. Il rasoio per scacciare carognità, infamità e il coltello per difendere la mia persona.
Sembrano parole uscite da un fumetto di Morrison o da un romanzo di Sterling, o da un vecchio rito tribale: più che un vero significato esplicito, hanno una musicalità e un senso iniziatico, quasi la realizzazione di un rito magico, un modo per dare un'aria di mistero al rito stesso.
Proseguiamo, però: il primo vero salto di qualità delle 'ndrine è stato nella creazione delle filiali, ovvero far emigrare, insieme ai lavoratori, anche i criminali, verso il Nord, ma anche verso altri paesi (Canada su tutti) alcuni degli uomini più fidati per creare delle vere e proprie sedi estere da cui curare gli affari economici. E' l'inizio dell'internazionalizzazione, con commerci sul traffico di droga e di armi, commerci che per anni si sono retti grazie ai sequestri in mezza Italia. E grazie all'anonima sequestri, politica (quella onesta che non faceva affari con le 'ndrine) e inquirenti si sono concentrati su un'attività in pratica superficiale e minore, che è stata abbandonata non appena ha fruttato il denaro necessario per finanziare le altre attività, da quelle illegali a quelle lecite.
Infatti sembra emergere un nuovo modo di condurre gli affari, più legale e trasparente, magari attraverso dei membri onesti della famiglia, tenuti lontani dagli affari sporchi, quasi un modo per preservare il patrimonio nel caso di una improvvisa scomparsa del capo e della sua 'ndrina. Così, mentre tra gli anni Cinquanta e Sessanta si iniziavano ad esportare le 'ndrine, il tutto sempre con grande silenzio, si rinforzavano i rapporti con le altre organizzazioni criminali e si dava impulso a tutta una serie di traffici e contrabbandi, anche grazie a legami sempre più stretti con la politica, si iniziavano a controllare gli appalti. La cosa più assurda in tutta la vicenda è che non solo venivano aiutate le aziende settentrionali a vincerli, questi appalti(3), ma gli stessi imprenditori erano ben felici di firmare patti in nero con le 'ndrine. Non c'è da stupirsi, oggi, se nonostante l'evidenza, appena un anno fa i sindaci dell'interland lombardo negavano la presenza delle 'ndrine sul loro territorio, né se le uniche (o quasi) vittime dello strozzo calabrese sono imprenditori calabresi(4).
L'ultimo grande salto, l'ultima trasformazione avviene negli anni Settanta, quando si rinforzano i rapporti con le organizzazioni terroristiche italiane di estrema destra, da una parte, e si iniziano a stringere sempre più forti legami con la massoneria. Se infatti nei decenni precedenti non era inusuale che membri di Cosa Nostra e della camorra erano calabresi, e viceversa siciliani o campani erano membri di una qualche 'ndrina, i principali esponenti della 'ndrangheta iniziarono a ricoprire incarichi sempre più alti all'interno delle logge massoniche deviate. Anche in questo caso l'ingresso non fu indolore(5), però contribuì alla costituzione di una sorta di ordine all'interno delle 'ndrine, una trasformazione verso quella che viene definita La Santa, che da anche il titolo all'inchiesta di Ruben Oliva e Enrico Fierro uscita per Rizzoli nell'ottobre 2007.
Questa trasformazione, si diceva, non è stata indolore: inizia una stagione di morti e omicidi, anche nella politica, tra coloro che si opponevano fermamente all'avanzata silenziosa. E anche Ciconte ci da conto di questa lunga striscia di sangue, raccontandoci di morti ammazzati come Giuseppe Valerioti, il cui omicidio fu liquidato dal sindaco di Rosarno di allora come una questione di donne. Le 'ndrine quindi proseguono a crescere economicamente, nel silenzio generale, tra omicidi che vengono sottovalutati, legami politici e finanziari, mentre gli ultimi fatti di sangue eclatanti sono l'omicidio Fortugno e la strage di Duisburg. Dopo più nulla: i soldi hanno vinto ancora una volta, e probabilmente i soldi salveranno l'Italia da una nuova guerra criminale grazie all'Expo 2015 e al recente piano per il Mezzogiorno, che probabilmente verrà gestito come gli aiuti stanziati per i paesi in via di sviluppo (ma spero di poter approfondire la questione in un altro post).
Eppure, in tutto questo, qualcosa è successo: l'arresto di Pasquale Condello, accostato a Provenzano per pericolosità, mentre la 'ndrangheta è stata accostata addirittura ad Al Qaeda (quando invece, e lo sappiamo bene, dovrebbe essere invertito, l'accostamento!) subito dopo un arresto che, ad essere buoni, non è stato poi così pubblicizzato. Eppure le sole forze dell'ordine (magistrati, polizia, carabinieri) poco o nulla possono fare contro una società criminale così ramificata e infiltrata nel tessuto italiano senza l'aiuto della politica, da una parte, e degli italiani, calabresi in testa, dall'altra.
E sulle colonne di questo blog voglio ribadire un concetto: non abbiamo nessuna intenzione di metterci il cuore, perché noi, invece, ci mettiamo il cervello!
(1) A tal proposito vorrei raccontarvi questo episodio: una decina di anni fa, o poco meno, venne organizzata a Domanico una serata di lettura di poesie. Io partecipai con una serie di mie poesie che non avevo editato né ancora l'ho fatto. Altro fecero altrettanto, mentre altri lessero poesie di autori più o meno famosi. Alla serata intervenne anche il famoso comico calabrese Antonio Chiappetta che propose una poesia dedicata a un brigante. I versi esaltavano la sua azione criminale e la stessa introduzione di Chiappetta sottolineava il valore dell'uomo agli occhi della sua donna, la voce narrante della poesia. Fui l'unico a non applaudire alla fine della lettura: mi dava fastidio e continua a darmi fastidio esaltare delle figure che sono colpevoli almeno quanto i Savoia dell'assedio criminale della nostra regione.
(2) I riti, infatti, erano costruiti in maniera tale che i nuovi si sentissero parte della famiglia, e questo ha limitato e di molto la presenza di pentiti tra le 'ndrine.
(3) Esempio: la costruzione della Salerno-Reggio Calabria.
(4) A tal proposito, leggete Milano capoluogo di Calabria.
(5) Francesco Ferlaino venne assassinato il 3 luglio del 1975, molto probabilmente per la sua opposizione ad accogliere nella massoneria dei criminali conclamati