Pubblicato il
25aprile
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Forse Leonardo, guarda, aveva trovato l'esatta soluzione del problema... Il pittore dovrebbe lasciare allo spettatore qualcosa da indovinare... e se i contorni vengono lasciati un po' vaghi, come se la forma svanisse nell'ombra, ogni rigidità scompare... è l'invenzione dello sfumato... ma te lo immagini, oggi un discorso del genere? Oppure bisognerebbe, come Rembrandt, rivendicare all'artista il diritto di dichiarare quando un quadro è finito, quando ha veramente "raggiunto lo scopo". Nel senso che solo l'artista potrebbe stabilire questo momento magico, essenziale, sacro.(6)Nel 1960, poi, esordisce su Il Giornalino, ed è qui che lo incontro per la prima volta. La prima storia disegnata da De Luca che ho il piacere di leggere è Paulus (ristampato in volume nel 2008), che con uno spunto iniziale fantascientifico traccia l'agiografia fumettistica di San Paolo, l'ideatore del cristianesimo. Il punto forte della storia, però, sono le illustrazioni di Gianni De Luca: i personaggi sono nobili, leggeri, longilinei, ma anche nervosi, mentre il cattivo, il Supremo Autocrate Tempo Spazio, il dittatore del mondo del futuro che commissiona la storia di Saul, è terribile. De Luca, poi, gioca abilmente con le ombre e la luce, seguendo quindi l'insegnamento di Da Vinci(11), in modo da sottolineare i momenti drammatici: un piccolo capolavoro che mi ha fatto appassionare a un grande disegnatore. Tra l'altro senza Gianni De Luca difficilmente avrei mai acquistato Arkham Asylum: il tratto di Dave McKean(10), infatti, mi ha ricordato proprio lo stile di De Luca.
progressivo smaterializzarsi della classica vignetta all'interno della pagina, sostituita in un primo momento con elementi scenografici, fino a immaginare l'intera tavola, e spesso due assieme, come un enorme palcoscenico su cui la stessa figura veniva raffigurata più volte, in un artificio grafico e linguistico inedito e rivoluzionario.(7)L'idea è quella di rappresentare lo scorrere del tempo e il movimento in una maniera più palpabile rispetto alla scansione classica con le vignette: più che una diretta conseguenza della lezione artistica di Nicolas Poussin, sembra una variazione sull'idea della rappresentazione del tempo tipica del cubismo. Questo genere artistico nacque agli inizi del XX secolo sull'onda della discussione filosofica intorno alla relatività di Einstein. Probabilmente colui che introdusse la geometria relativistica al circolo cubista fu Maurice Princet, che frequentava il circolo letterario di Bergson e Apollinaire che diede origine proprio al cubismo. E in questo circolo c'era anche Pablo Picasso, uno degli artisti di riferimento di De Luca:
Prima di acquistare libertà e diritto di innovazione, devi passare per le regole. Dimostrare di averle capite e di poterle applicare per decidere di potertene applicare o per decidere di potertene eventualmente sbarazzare. Picasso, guardando i bambini disegnare, diceva: "Quando avevo la loro età, sapevo dipingere come Raffaello; mi ci è voluta la vita intera per imparare a dipingere come loro".(6)Mentre, però, Picasso arrivò alla sintesi dello spaziotempo einsteiniano attraverso una sovrapposizione contemporanea di più posizioni di uno stesso individuo, De Luca, fedele all'assunto che nella fisica relativistica spazio e tempo sono un'unicum(6) ne distende il suo scorrere, fino ad arrivare alle soluzioni proposte per le trasposizioni a fumetti di alcune delle principali opere di William Shakespeare: La Tempesta, Amleto e Romeo e Giulietta. In particolare queste ultime due vennero ristampate 2005 in due fascicoletti allegati al Giornalino, che le pubblicò per la prima volta, e successivamente in volumi brossurati dalla Black Velvet.
In Shakespeare a fumetti secondo De Luca c'è di tutto: intere sequenze cinematografiche riassunte in un'unica tavola e fondali neri di palcoscenici soltanto immaginati; c'è un fumetto liberato dalle proprie griglie grafiche e ci sono vignette che diventano autonomi elementi scenografici; ci sono strutture architettoniche che si fanno cornici di vignette e ci sono fedelissime ricostruzioni di affreschi, vetrate, dipinti rinascimentali.In questo senso è veramente fedele allo spirito di De Luca l'esposizione che al ComiCon viene fatta del suo Amleto In questo modo abbastanza innovativo di descrivere il movimento nel fumetto, possibili influenze potrebbero aver avuto origine dal mondo della pittura rinascimentale italiana, come sottolinea Lew Andrews. La narrazione continua, però, osserva Gravett è tipica di tutto il rinascimento europeo, portando il libro illustrato Roman de la Rose come esempio(8). Fumettisticamente parlando, però, all'Amleto di De Luca va accostato, oltre allo scontato Little Nemo di Windsor McKay, anche Gasoline Alley di Fred King(8). Tra i coevi di De Luca, quasi a dimostrazione di un ritorno a quella sensibilità narrativa definita da Andrews, c'è il Philémon di Fred(8)
Individual frames into which the image is divided show different narrative stages of Philémon’s progress as he explores various parts of the animal before getting dripped upon by its saliva and then falling off its paws.o anche lo Spirit di Will Eisner, da considerarsi fonte principale per i fumettisti citati qui sotto.
(...) he was unaware of De Luca’s device and, what’s more, he told me he had never heard Frank Miller discuss it either.(8)Simili tecniche narrative, infatti, sono state utilizzate anche da Frank Miller in Elektra vive, oppure da Joe Sacco in Soba from War's End o in Six cent soixante-sept apparitions de Killoffer(8) o nella serie storica con protagonista il dinseyano Pippo realizzata da Jaime Diaz prima e dal suo allievo Hector Adolfo de Urtiága poi. In tutti questi esempi, come in De Luca, abbiamo uno sfondo statico all'interno del quale i personaggi si muovono, rappresentati in posizioni differenti senza separarle con le classiche vignette, proprio come in Ascending and descending di Escher o nelle fotografie sequenziali di Eadweard Muybridge, che applicò le tecniche fotografiche per lo studio del moto, che troverà applicazione nella nascita del cinema: è interessante osservare come l'unico che finora ha accostato l'arte di Gianni De Luca a Muybridge sia stato Renato Pallavicini.
Paul Gravett suggests that the panel-free pages of Gianni de Luca's Hamlet act like stage sets, on which multiply-figured characters are choreographed like actors. Expanding on this notion, I examine how mise-en-scene is translated into mise-en-page, and suggest de Luca's unusual approach to composition directly responds to the practice of realising a play script on a physical stage.(9)E' interessante osservare come Damon Herd, ascoltando la conferenza della ricercatrice di Leicester, abbia associato il lavoro di scomposizione delle vignette di De Luca con Here di Richard McGuire. Anche in fumetti realizzati con l'impostazione classica, come La freccia nera o Gli ultimi giorni dell'impero, dove la scansione classica delle vignette non viene a cadere, De Luca riesce comunque a inserire alcune delle soluzioni tecniche utilizzate a mani basse per i suoi indiscussi capolavori. Ad esempio quando nel 7.o episodio compare nel cielo la Sindone, quest'ultima diventa il centro dell'azione dei protagonisti estendendosi per tre vignette verticali, in una rappresentazione al limite del cubismo.
Oggi la fama e il riconoscimento pieno del valore dell'opera di Gianni De Luca varcano i confini italiani tanto che maestri internazionali del calibro di Frank Miller, Dave McKean o Bill Sienkiewicz citano De Luca come uno dei loro artisti di riferimento.La stessa posizione si trova, senza alcuna fonte, sulla wikibiografia spagnola di De Luca e in altri blog e siti che non sto qui a linkare. E', ad ogni modo, certo che in questa intervista McKean cita Lorenzo Mattotti come un disegnatore meraviglioso, ma non fa alcun accenno a De Luca. Invece, secondo Paul Gravett, è certa l'infulenza di Sergio Toppi su McKean.