Alan Moore, V for Vendetta e il movimento di Occupy

Circa un anno fa Alan Moore, uno dei più noti e amati sceneggiatori di fumetti al mondo, è andato a incontrare il movimento londinese di Occupy, visto che a livello mondiale stavano adottando la maschera del suo noto personaggio, V, riprendendo per certi versi l'iconica immagine diffusa alcuni anni fa dal film dei fratelli Wachoski che portava sul grande schermo V for Vendetta.
Quell'incontro è stato raccontato da Channel 4 News in un video che, via Bleeding Cool, vado a proporvi:
La notizia è stata rilanciata sia da Tom Lamont per il Guardian, sia da Michael Cavna su Comic Riffs, blog ospitato sulla versione elettronica del Washington Post. In particolare, in quest'ultimo contributo, viene riproposto, riprendendo una intervista fatta a Moore sull'argomento, il confronto tra lo sceneggiatore di Northampton e Frank Miller, autore che, per molti a sorpresa, si è schierato contro i movimenti Occupy.
Oggi si festeggia il compleanno di Alan Moore, quindi mi sembra una buona idea proporvi alcuni dei passaggi più interessanti di quelle interviste.
Suppongo che quando stavo scrivendo V for Vendetta abbai segretamente pensato: non sarebbe grande se queste idee avessero realmente un impatto? Così quando inizi a vedere che un minimo di fantasia si intromette nel mondo regolare... E' cuiroso. Ci si sente come un personaggio che ho create 30 anni fa in qualche modo fuggito dal reame della finzione.
E poi le sensazioni al vedere tutte le maschere:
E quando hai un mare di maschere di V, suppongo che ciò renda i protestanti quasi un unico organismo: quel 99% di cui si sente tanto. Ciò è di per se formidabile. Posso capire perché i manifestanti lo hanno adottato.
C'è poi la questione sui diritti sul personaggio. Scrive Lamont:
E' stato ironicamente notato con piacere dai critici della protesta - uno anche tristemente noto da molti dei manifestanti - che l'acquisto di molte maschere di Vendetta è diventato un piccolo affare per la Time Warner, la compagnia che detiene i diritti della creazione di Moore. Sono stati fatti degli sforzi per evitare di alimentare di più le casse della compagnia: il gruppo Anonymous ha riferito di aver importato maschere direttamente da industrie in Cina per aggirare le tasche dell'azienda; lo scorso anno, i dimostranti durante l'evento Free Julian Assange a Madrid indossavano delle repliche in cartone, apparentemente auto-prodotte. Ma più di 100000 delle maschere tra le 4 e le 7 sterline vendute ogni anno, secondo i produttori, finiscono nelle tasche della Time Warner. Ciò disturba Moore?
Risponde Moore:
Trovo comico guardare la Time Warner che prova a camminare su questo precario filo di rasoio.
Grazie ai suoi contatti nell'industria del fumetto, Moore sa che questa amplificazione di vendite nel merchandising di V è stato inteso come un problema preoccupante.
E' un po' imbarazzante per un'azienda che sembra beneficiare di una protesta anti-corporativa. Non è qualcosa con cui vogliono essere associati. E d'altra parte essi non vogliono realmente rifiutare del denaro: va contro tutti i loro istinti.
E questa la sua conclusione sul problema:
Lo trovo più divertente che fastidioso.
Dall'intervista per Honest Publishing, credo che siano interessanti questi due passaggi, entrambi da riferirsi a Frank Miller. Il primo è un po' più generalizzato, mettendo una sorta di pietra politica sul mondo fumettistico, almeno quello anglosassone:
Dal momento che non ho nulla a che fare con l'industria del fumetto, non ho nulla a che fare con le persone in essa. Ho sentito riguardo gli ultimi sfoghi sul movimento Occupy. E' ciò che mi sarei aspettato da lui [Frank Miller]. Mi è sempre sembrato che la maggioranza del mondo dei fumetti, se lo si deve collocarepoliticamente, dovresti dirlo di centro-destra.
E' molto interessante, poi, questo secondo passaggio, dove Moore prova a dedurre il rapporto tra Miller e il movimoento Occupy:
[Il movimento Occupy] è un ululato del tutto giustificata di sdegno morale e sembra essere gestito in modo molto intelligente, non violento, che è probabilmente un'altra ragione per cui Frank Miller sembrerebbe meno che compiaciuto da esso. Sono sicuro che se fosse stato un gruppo di giovani vigilantes sociopatici con le maschere di Batman sui loro volti, sarebbe stato più che a loro favore.
Buon compleanno, Mr. Moore!