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Scrive Wikipedia:
In particolare fu un articolo a decretarne la condanna a morte da parte di Nuvoletta, Gionta e Baccante, uscito su Il Mattino del 10 giugno 1985. Non tutto l'articolo, però, ma solo un suo paragrafo:
Bardellino, ma soprattutto Nuvoletta non riusciva a sopportare di essere implicato con l'arresto di Gionta: una simile infamia avrebbe potuto minare il suo controllo sulla popolazione locale. E così, dopo giorni di terribili discussioni, la scelta dell'esecuzione, perché nessuno poteva permettersi di instillare il dubbio nel prestigio dei camorristi. E così si può morire semplicemente per un articolo, come quello di Giancarlo Siani, che semplicemente voleva raccontare la realtà della sua terra, con tutte le sue luci e le sue ombre.
Per maggiori dettagli, leggere L'abusivo di Antonio Franchini
Il 23 settembre 1985, quattro giorni dopo aver compiuto 26 anni, appena giunto sotto casa sua con la propria Mehari, Giancarlo Siani venne ucciso: l'agguato avvenne alle 20.50 circa in via Vincenzo Romaniello, nel quartiere napoletano del Vomero, vicino a casa. Siani, trasferito dalla redazione di Castellammare di Stabia del quotidiano napoletano Il Mattino a quella centrale, all'epoca diretto da Pasquale Nonno proveniva dalla sede centrale de Il Mattino in via Chiatamone. Per chiarire i motivi che hanno determinato la morte e identificare mandanti ed esecutori materiali furono necessari 12 anni e 3 pentiti
In particolare fu un articolo a decretarne la condanna a morte da parte di Nuvoletta, Gionta e Baccante, uscito su Il Mattino del 10 giugno 1985. Non tutto l'articolo, però, ma solo un suo paragrafo:
Troppi elementi di contrasto con i rivali che decidono di coalizzarsi per stroncare definitivamente il boss di Torre Annunziata. E tra i 54 mandati di cattura emessi dal Tribunale di Napoli il 3 novembre dell'anno scorso ci sono anche i nomi di Carmine Alfieri e Antonio Bardellino. Con la strage l'attacco è decisivo e mirato a distruggere l'intero clan. Torre Annunziata diventa una zona che scotta. Gionta Valentino un personaggio scomodo anche per gli stessi alleati. Un'ipotesi sulla quale stanno indagando gli inquirenti e che potrebbe segnare una svolta anche nelle alleanze della «Nuova famiglia». Un accordo tra Bardellino e Nuvoletta avrebbe avuto come prezzo proprio l'eliminazione del boss di Torre Annunziata e una nuova distribuzione dei grossi interessi economici dell'area vesuviana. Con la cattura di Valentino Gionta salgono a ventotto i presunti camorristi del clan arrestati da carabinieri e polizia dopo la strage.
Bardellino, ma soprattutto Nuvoletta non riusciva a sopportare di essere implicato con l'arresto di Gionta: una simile infamia avrebbe potuto minare il suo controllo sulla popolazione locale. E così, dopo giorni di terribili discussioni, la scelta dell'esecuzione, perché nessuno poteva permettersi di instillare il dubbio nel prestigio dei camorristi. E così si può morire semplicemente per un articolo, come quello di Giancarlo Siani, che semplicemente voleva raccontare la realtà della sua terra, con tutte le sue luci e le sue ombre.
Per maggiori dettagli, leggere L'abusivo di Antonio Franchini